Da CarpOnLine riporto:
Oramai esistono delle vere e proprie organizzazioni criminali che di notte mettono reti nei maggiori fiumi e canali o addirittura sfruttando delle imbarcazioni a motore utilizzano le reti a strascico devastando i fondali e facendo razzia di pesce. Tutto il catturato viene direttamente lavorato e spedito nell'Est europa dove c'è richiesta, soprattutto di storione, pesce gatto e siluro.

Bracconieri che si sono affacciati anche nel Tevere dove sempre più spesso vengono rinvenute delle reti da sponda a sponda. Anche per questo la deputata umbra Tiziana Ciprini aveva presentato una proposta per inasprire le pene e le sanzioni a carico dei singoli bracconieri e delle associazioni criminali che portano avanti questo commercio. Ma è stata bocciata.
“Nel collegato agricolo, noi del M5S, avevamo proposto emendamenti che inasprivano le pene per chi compie attività di bracconaggio nelle acque interne con l’arresto fino a 3 anni e ammende fino a 15mila euro, allargandole anche ad altri comportamenti che i predoni delle acque fluviali e lacustri pongono in essere come l'utilizzo della corrente elettrica o di sostanze tossiche”: ha spiegato la deputata umbra Tiziana Ciprini.
Non è passata la sanzione penale per chi utilizza strumenti della pesca professionale oltre ai limiti consentiti, attività che ha ridotto al minimo la fauna dei fiumi e la sua delicata biodiversità. Secondo l'Università di Ferrara, si è perso un terzo
del patrimonio ittico, oltre al fatto di creare un grave danno al mercato
regolare e alla nostra salute.
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